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Psicologia |
Donna |
IN PRIGIONE, SENZA AMORE
Dott.ssa Mariacandida MazzilliNel balcone confinante con quello della mia casa d’infanzia vive una cagnolina, una meticcia tutta nera, dolcissima, 8 anni d’età. Schyla ha la sua cuccia, le sue ciotole. Le finestre dell’appartamento sono sempre chiuse, a lei non è permesso entrare, le tende spesse e colorate le impediscono di partecipare a quello che succede dentro casa. Il balcone non ha transenne ma una muratura tutta intorno, quindi la cucciola non ha modo di guardare giù il fiume o la gente che passa in strada. Non interagisce mai con nessuno. E’ sola, sempre sola, ogni tanto annusa l’aria e osserva qualche gabbiano che vola lì intorno. Durante tutto il mese che sono stata lì non l’ho mai sentita abbaiare, forse non sa più farlo. A volte si accuccia vicino alla finestra e aspetta, aspetta sempre ma nella maggior parte del tempo rimane acciambellata nella sua casetta di legno, nei suoi occhi c’è tanta rassegnazione, credo sia molto depressa. Niente passeggiate per lei, niente corse con gli altri cani, i bisogni si fanno lì sulle mattonelle del balcone! le è stata strappata la vita anche se lei è ancora in vita. Sono arrivati i vigili e poi i carabinieri, la cagnolina ha da bere e da mangiare quindi tutto ok per le forze dell’ordine! ho provato a parlare con chi vive nell’appartamento, “Schyla è troppo sola, le farebbe bene entrare in casa qualche volta… può succedere a tutti di non poter più occuparsi di un cane, possono sopraggiungere problemi economici, a volte si è stanchi, stressati e allora prendersi cura di qualcun altro diventa difficile, potremmo aiutarla a trovarle un’altra sistemazione”. Nessuna reazione da parte di chi vive in quella casa, nessun cambiamento, solo tanta fretta di mandarmi via! Non ho potuto fare niente per quella povera anima e mi dispiace tanto. Noi trattiamo gli altri così come siamo stati trattati. Sostentamento, beni materiali da soli non possono garantire amore e serenità. Sono le RELAZIONI il vero nutrimento per qualsiasi essere vivente!. Eppure ci sono tanti genitori che interagiscono con figli solo dando loro denaro ma la vera ricchezza invece sarebbe farsi una passeggiata, chiacchierando e mangiando un gelato insieme. Molti inconsapevolmente vivono così, in prigione senza amore. Adoro i romanzi di Banana Yoschimoto, in quei racconti anche le piante sembrano relazionarsi con i protagonisti, descritte con quello stile delicato e profondo, vengono ricordate nei sogni, si soffre se muoiono, vengono curate, hanno un ruolo, una vera e propria identità. Vi capita mai di parlare con le vostre piante che avete a casa? Beh, a me sì ed è una cosa molto divertente! |
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli |