Psicologia
Donna

VINCE CHI MOLLA UNA CANZONE DI NICOLO' FABI


Vi va di ascoltare questa canzone insieme a me? è il racconto di un viaggio interiore dove si snocciolano sentimenti ed emozioni in un primo momento ricchi di di sofferenza per poi trasformarsi in uno scenario più sereno. Il pianoforte è da solo, delicato e lieve accompagna il viaggio dell'artista . Ma anche noi possiamo viaggiare insieme a lui senza perderci perchè l'atmosfera è dolce, senza scossoni, senza forzature, E' un viaggio profondo, all'interno di noi stessi, delle nostre paure, del nostro dolore. Nicolà Fabi lascia andare la mano che gli stringe la gola, non oppone più resistenza, prova a non trattenere più nulla e lascia tutto fluire...forse così prima o poi, messi i remi in barca, calerà il vento e anche la nostra barca, così come la sua, tornerà a riva da sola. Possiamo immaginare di aprire piano piano il pugno della mano pieno di granelli di sabbia, lasciare andare tutto il dolore, lo smarrimento, la delusione, e ricominciare ad alzare la testa a guardare di nuovo il mare. Quei pensieri pesanti, apparentemente senza risoluzione: tradimento, abbandono, rabbia, disperazione, assenza di amore, dolore della perdita, solitudine, si allontaneranno da noi lascandoci più leggeri e più liberi di ricominciare a respirare. Perchè a volte il dolore diventa proprio una difficoltà a respirare. Intense queste strofe della canzone: "Distendo le vene, e apro piano le mani Cerco di non trattenere più nulla Lascio tutto fluire L'aria dal naso arriva ai polmoni Le palpitazioni tornano battiti La testa torna al suo peso normale La salvezza non si controlla Vince chi molla". Per Nicolò Fabi non vince chi persevera, chi lotta instancabilmente contro qualcosa che non può essere cambiato ma vince chi si ritira, si ferma e si mette ad ascoltare. Per intraprendere questo percorso è necessario alleggerire il bagaglio...ancora alcune strofe della canzone: "Per ogni tipo di viaggio" Meglio avere un bagaglio leggero". Allora per stare un pò meglio alcuni di noi dovranno provare a lasciare andare un partner tossico che non ci ha mai amato o un lavoro che non era in linea con la nostra vera natura, oppure la rabbia verso quel genitore che ci ha delusi, feriti o ancora il dolore per una persona cara che non cè più. Di recente ho cambiato casa, ora abito una casa più piccina. Ho tentato disperatamente di farci entrare tutti i miei mobili, gli oggetti ai quali ero più affezionata, uno sull'altro sarebbe andato bene purchè non fossi stata costretta a separarmi da tutto quello che apparteneva al mio passato, alla mia casa di prima. La paura del cambiamento si stava trasformando per me in un incubo!. Seguendo ancora le parole in poesia di Nicolò Fabi, anche la mia mano, mi stava stringendo la gola, la mia mano, non quella di qualcun altro, ero io che mi stavo facendo soffocare dalle mie stesse paure. Il lavoro profondo di "lasciare andare" non ha a che fare con il dimenticare cio che è stato ma vuol dire imparare a non rimanere incastrati in un ricordo o in un desiderio. Allora pochi mobili, pochi oggetti, abbiamo bisogno di poco, di cose semplici per imparare a vivere più intensamente il nostro presente. Buon ascolto a tutti.

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Dott.ssa Mariacandida Mazzilli
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli