Psicologia
Donna

LA MAMMA


La mamma è il primo odore che sentiamo appena nati, la prima pelle che la nostra pelle sfiora, il primo corpo che tocchiamo quando ci sistemano su di lei subito dopo il parto. Lei è lì accanto a noi e ha un compito fondamentale: proteggere la nostra vita, prendersi cura della nostra vita, mantenerci in vita. Il viso della mamma ci parla del mondo, della realtà intorno a noi. Noi ci rispecchiamo attraverso lo sguardo della mamma, quando la guardiamo non vediamo solo un altro volto ma, attraverso di lei, impariamo a guardare il nostro volto, la nostra persona. La mamma che ci sorride ci fa sentire amabili, lei ha quello strano “potere” di trasmetterci il desiderio di vivere se vitalità e serenità riempiono la sua persona. La mamma che alza gli occhi al cielo o che è infastidita o triste o annoiata, ci fa sentire confusi, disorientati e così rischiamo di percepire noi stessi come non amabili, insicuri, angosciati. Ci sono bimbi che vivono il rapporto con il volto della madre con molta angoscia perché questo volto non è affidabile. La considerazione che noi abbiamo di noi stessi dipende da come la mamma ci ha guardati. Inoltre attraverso il volto della mamma noi percepiamo il mondo. Se lo sguardo della mamma è vuoto, se è depresso, impariamo a considerare il mondo come un posto cupo, vuoto, privo di senso. Cosa significa diventare madre? Percepire il mondo in maniera diversa da come si percepiva prima… una volta diventati genitori, nulla sarà più come prima!. Se ci pensiamo bene questo è il destino di tutti gli incontri d’amore: quando ci innamoriamo nulla risulta ai nostri occhi come prima. La mamma non può essere tutta presenza per il bambino ma deve saper garantire al figlio anche la sua assenza, cioè non essere tutta del e per il figlio. E’ un suo dovere amare anche qualcos’ altro e qualcun altro oltre il figlio. Non può realizzarsi solo nel ruolo di madre ma è bene che continui ad essere anche donna, esaurire la sua femminilità nella maternità sarebbe un peso troppo grande da lasciare al figlio. Durante il periodo della gravidanza il bimbo si trova nel corpo della madre ma è solo un ospite, è un estraneo, non è di proprietà della mamma infatti sarà la madre durante il parto a spingerlo fuori, a lasciarlo andare, a separarsi da lui…per restituirgli la vita. Rinunciare alla proprietà del figlio è l’atto d’amore più grande che possa esistere. Bambini che hanno ricevuto in dono questo tipo d’amore saranno adulti in grado di amare profondamente nella più pura libertà di farlo. E quando la mamma non c’è più? Tutto diventa più faticoso anche se siamo adulti, senza di lei nulla sarà più come prima!.

Un quadro di Gustav Klimt.

Dott.ssa Mariacandida Mazzilli
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli