Siccome sei

Psicologia
Donna

SICCOME SEI


Canzone scritta da Antonio Iammarino e Giordana Angi
Vi va di ascoltare questa canzone insieme a me? Onestamente andrebbe solo ascoltata tanto è intensa e speciale, qualsiasi riflessione sarebbe inopportuna e fuori posto. “Siccome sei” rimane in memoria al primo ascolto anche senza aver impiegato tanta attenzione e concentrazione nell’ascoltarla. All’inizio le note dolci del pianoforte ci prendono per mano e ci fanno entrare in un‘atmosfera garbata dove le parole del testo si convertono nel loro opposto come se fosse un gioco si ma un gioco delicato e affascinante. Mi torna in mente il gioco dei contrari. Da bambini facevate il gioco dei contrari? Si iniziava con una parola, un aggettivo, e poi si doveva rispondere con l’opposto di quella parola, di quell’aggettivo. Era divertente ma bisognava impegnarsi molto per vincere perché l’ avversario poteva saperne di più. Da piccola ero convinta che a vincere era sempre chi era più grande d’età, il più sfacciato, il più temerario caratterialmente insomma chi non si tirava mai indietro di fronte alle esperienze di vita. Forse mi consideravo poco coraggiosa, paurosa e allora ammiravo chi invece se la rischiava, desideravo diventare come quelli che vincevano al gioco dei contrari. Io non vincevo mai… appunto!. La psicoanalisi insegna che tutto ciò che esiste tende al suo opposto, si cambia di continuo, è un processo all’infinito che trova il suo equilibrio proprio nello scontro di forze opposte che, con il tempo, si trasformano prima o poi nel loro contrario. La sottomissione convive con la prevaricazione, l’odio con l’amore, il conscio con l’inconscio. Quanto più una persona si spinge a un estremo di se stessa e si identifica in esso, tanto più, col tempo, si ritroverà a confrontarsi con la dimensione opposta. Nel testo della canzone ascoltiamo: “Se tu fossi Dio io sarei peccato perdonami se tu fossi vizio io sarei vergogna”…”Se tu fossi sbaglio io sarei rimedio e comprensione io sarei se tu fossi spazio io sarei ordine se tu fossi padre io sarei principio perdonami se tu fossi voglia io sarei piacere”…chi pronuncia queste frasi? E’ l’amata che sta corteggiando il suo amato con il gioco dei contrari? Sembra una seduzione arrendevole dove la donna sa attirare a sé l’altro non perdendo mai di vista se stessa, assaporando la fusione di due corpi, di due anime per poi ricomporre la propria identità. Si perché stare in coppia vuol dire proprio questo: stare vicini quasi a confondersi per un momento ma poi tornare ad essere anche l’opposto dell’altro e scambiarsi l’altra parte di sé evitando di irrigidirsi sempre nello stesso ruolo. Le coppie che sanno fare questo tipo di “gioco” sembrerebbero le più felici e le più longeve. Molto spesso andiamo alla ricerca di partner con personalità opposte alla nostra proprio perchè bisognosi di conoscere altre forme di realtà differenti. La vita è un’armonia di energie complementari ognuna delle quali tende verso l’altra compensandola. E l’amore, in “Siccome sei” , sembra ricordarci proprio quanto possa essere mutevole quell’energia che tiene unite due persone ma che le espone continuamente a fluttuazioni nello stesso tempo simili e contrarie. Altri versi: “ Ma siccome sei voce io sono silenzio siccome sei pace io sono inferno E tutta la pazienza di imparare come è fatta una carezza E siccome sei tutto io sono soltanto una parte di te”. Il bello del gioco amoroso è che c’è anche quella parte più riflessiva, più seriosa che ci spinge ad impegnarci per conoscere l’altro, registrare le sue ferite passate, imparare ad accoglierle e a condividerle nello spazio del “noi” dove esistere insieme ogni giorno, inventandosi il proprio modo di amarsi. “E se tu fossi pane io sarei la fame E se tu fossi tempo io sarei l’attesa L’impegno e la costanza d’imparare a costruire una promessa Ma siccome sei adesso io voglio soltanto restare con te”. Scegliersi ogni giorno, nonostante tutto, è una dichiarazione d’amore potente che tutti noi vorremmo vivere. Accogliere l’altro come se fosse quella parte infinitamente grande di se stessi e accogliere se stessi come se fossimo solo una parte di quell’infinitamente grande dell’altro potrebbe essere la chiave segreta che apre la porta della felicità. Trovo che questa canzone sia veramente emozionante e non riesco proprio a trovare aggettivi che possano esprimere il “contrario”. E voi che ne pensate? Che immagini, quali sensazioni emergono ascoltandola?  

Per ascoltare il brano clicca sull'immagine sotto. 

 

 


Dott.ssa Mariacandida Mazzilli
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli