Psicologia
Donna

SMETTIAMOLA DI CERCARE AMORE LI’ DOVE NON C’E’


Vi racconto una storia:
Mi sono svegliata presto, è domenica, non si va a scuola così posso preparare la colazione per i miei genitori e i miei fratelli che ancora dormono. Caffè, pane tostato, marmellata, apro anche il succo di frutta che piace tanto alla mia mamma. E’ tutto apparecchiato bene con la tovaglia rosa. “Si può sapere cosa hai combinato? Hai messo tutto fuori, e ora chi mette in ordine? Ma non puoi farti i fatti tuoi?” “Ma mamma pensavo di farti contenta, non volevo ti stancassi oggi che è domenica, volevo che facessimo colazione tutti insieme…guarda…ho trovato anche questo CD per ascoltare le canzoni di Massimo Ranieri che ti piacciono così ti rilassi un po'”… “Io non ho una figlia, ho un’impertinente ficcanaso, ma che ne sai tu di quello che piace a me!…dai, su spostati che devo mettere in ordine tutto quello che hai messo sottosopra tu…mannaggia a te…per colpa tua oggi mi stancherò di più!”… “Guardami mamma…guarda come vado sott’acqua, riesco a stare senza respirare per tanti minuti”…La piccola si concentra, trattiene il respiro, si immerge nel blu della piscina ad occhi aperti. Subito dopo la mamma le stringe il braccio e la solleva con forza dall’acqua dandole una sberla sulla coscia. “Devi sempre farmi fare brutta figura davanti alla gente…il corso di nuoto è terminato da dieci minuti, ho una figlia cretina! muoviti, vai a farti la doccia, vai a cambiarti che siamo in ritardo, dobbiamo andare a fare la spesa che tuo padre ha una cena importante”…La bimba perde sangue dal ginocchio perché la mamma, sollevandola con violenza, ha fatto strusciare le gambe sul bordo della piscina ma la piccola non dice nulla alla sua mamma di questo incidente, sciacqua il sangue sotto la doccia avendo cura di pulire tutto per bene. Ha timore… chissà magari la mamma potrebbe rimproverarla ancora…Quella bambina oggi ha 42 anni, fa l’impiegata in un ufficio postale, non ha figli perché il marito non li vuole, poiché è già padre di 3 bimbi avuti dal suo primo matrimonio. “Ti piace questo comodino? L’ho comprato in un negozio dell’usato, trovo che vada bene nel tuo studio, gli dò una passata di lucido e sarà perfetto, elegante, che ne dici?” “Ma va va…ma che elegante…si vede che è di bassa qualità, queste sono le tue solite trovate da persona ignorante che vuole fare la signora ma che continua ad essere una burina di periferia!...devi ringraziare me che ti ho sposata, altrimenti continuavi a vivere nelle case popolari insieme ai cafoni come te!”. “Va bene, come vuoi tu…mi farebbe piacere andare al cinema questa sera, è tanto che non ci andiamo, ti và? Ti ho preparato la torta con le mele che ti piace tanto, dopo il cinema possiamo mangiarla insieme ai tuoi amici”. “Chi ti ha detto che la tua torta di mele mi piace tanto?…comunque questa sera sono a cena con una collega”. “Posso sapere chi sia questa collega? La conosco? Posso venire anche io?”. “Perché dovresti venire? Che c’entri tu, sono cose di lavoro”. “Sono due settimane che mi dici di uscire a cena con una collega di lavoro, mi sto un po' preoccupando”. “Non incominciare con le tue solite paranoie da isterica pazza”. “Ti aspetterò sveglia”… “Sono le 3 di notte…perché non torna?…ha il telefonino spento…non riesco a dormire, forse è colpa mia, forse se non gli avessi proposto il cinema non si sarebbe alterato…ho paura che mi lasci, che se ne vada via…” Cosa è cambiato in questi anni nella vita della protagonista di questo racconto? Da piccina cercava disperatamente di attirare l’attenzione della mamma distratta e distante, da grande cerca disperatamente di attirare l’attenzione del marito distratto e, diciamo così…distante. Da piccina concentrava la sua attenzione sui bisogni della mamma, da grande concentra la sua attenzione sui bisogni del marito. Si è mai dedicata del tempo a comprendere quali fossero i suoi bisogni, le sue passioni? Non è stanca di rincorrere l’amore dove non c’è rinunciando a vivere se stessa? Perché ci facciamo trattare così male? Perché permettiamo agli altri di svilirci, svalutarci, annullarci, aggredirci senza reagire fino in fondo? Perché diamo così tanto potere all’altro? E’ giunto il momento di dire basta, subito, non domani o tra un mese, ora! Quella bambina che sta lavando il sangue sotto la doccia, sta proteggendo la sua mamma, sta prendendo su di sé il peso dell ’incapacità del madre di fare il genitore, di prendersi cura della figlia, si sta responsabilizzando lei poiché sua madre non sa prendersi cura della figlia allora è la bimba a prendersi cura della madre. Allora prendiamola per mano, abbracciamola questa bimba e diamole la forza di guardare la mamma per quella che è veramente, di guardare il marito per quello che è veramente e suggeriamole di allontanarsi…lo so non sarà facile in un primo momento, si sentirà disorientata ma poi altrove avrà l’opportunità di scoprire cosa voglia dire vivere prendendosi la responsabilità di se stessa e delle sue scelte libera da quei pesi e sensi di colpa che non hanno niente a che fare con la sua identità!. E allora forza!... coraggio a tutti coloro che, nonostante le ferite profonde dell’infanzia, decidono di cambiare il corso della propria storia.


  Dott.ssa Mariacandida Mazzilli







Un quadro di Charles Burton Barber







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Dott.ssa Mariacandida Mazzilli