Psicologia
Donna

"IL CONTO DELLE MINNE" UN ROMANZO DI GIUSEPPINA TORREGROSSA


Ho fatto una “capa tanta” a tutti per questo libro e chi mi ha conosciuta sa benissimo di cosa parlo, sa cosa intendo quando mi riferisco ad una “capa tanta”. L'ho regalato ad amiche, cugine, vicine di casa, zie, ho stimolato le mie pazienti a leggerlo. Questo romanzo non è recente, è stato pubblicato nel 2009 e da allora ogni tanto ho bisogno di riaprirlo, sfogliarlo, leggere dei passaggi o rileggerlo interamente e gustarne quelle scene che, a distanza di 13 anni, riescono a darmi ancora quelle sensazioni “goduriose”...ne ho proprio bisogno, proprio come fosse una droga. Ma può un romanzo diventare un droga? Forse nel mio caso si, credo di soffrire di questa piacevolissima dipendenza da un racconto, appunto, da“Il conto delle minne” che in dialetto siciliano vuol dire: “Il racconto dei seni”, il racconto delle (donne-seni) di una famiglia siciliana. Sin dalle prime pagine entriamo nella cucina di nonna Agata delicata e saggia che insegna alla nipotina Agatina a fare le minne, dolcetti siciliani a forma di seni che profumano di ricotta, cioccolato, glassa, ciliege candite e cannella. E, credetemi, mentre si procede nella lettura sembra proprio di riuscire a sentirle queste fragranze! La bimba vive con la nonna perchè i suoi genitori non intendono occuparsi di lei ma a lei, preferiscono i fratelli maschi. La nonna insegna alla nipote i segreti dei dolci in onore della Santa di cui entrambe portano il nome. Mentre impastano le cassatelle a forma di minne, la nonna racconta le storie di tutte le donne della loro famiglia e per ognuna di loro, zie, prozie,bisnonne, nonne paterne e nonne materne, le minne hanno un significato speciale. La tenerezza e l'affetto della nonna si avvitano, con una modalità deliziosa, alla curiosità della piccola Agatina che, entusiasta, ascolta tutti quei racconti affascinanti. Scopre che ci sono donne forti nella sua famiglia, quelle che sono state amate, quelle che sono state trascurate,quelle sane o quelle malate, quelle che hanno studiato e quelle che non hanno mai lavorato in vita loro. Agatina diventa la custode degli intimi segreti di quella femminilità a lei ancora sconosciuta. La madre di Agatina non cucina ma trascorre molto del suo tempo a pulire, a disinfettare, non è in grado di amare questa figlia. La relazione sofferta con la mamma impedirà ad Agatina di maturare una sana consapevolezza di sé come donna. A 18 anni,contro il volere della madre, Agatina si trasferisce “in continente” dal padre, con il quale non riuscirà ad instaurare un rapporto affettivo. “In continente” studia medicina, diventa ginecologa. (Anche l'autrice del romanzo, Giuseppina Torregrossa è ginecologa,oltre ad essere una straordinaria scrittrice..sarà un caso? Non lo so). Comunque è sempre bello quando le donne si raccontano scrivendo dei racconti! Così Agatina da dottoressa si dedica a ciò che ama di più: assistere ai parti, aiutare le donne a generare la vita. Ad un certo punto decide di tornare in Sicilia e incontra Santino Abbasta, un uomo sposato che la corteggia insolentemente con il quale instaura una relazione clandestina. E qui inizia il suo calvario, Agatina, ormai Agata perchè donna adulta, si incastra in un rapporto tossico e frustrante, sprofondando in quel disagio psichico del quale tante volte ci siamo trovati ad affrontare insieme: la dipendenza affettiva che pian piano la porterà ad annullarsi. Il signor Abbasta si mostra sempre più geloso,ossessivo, egoista, anaffettivo. Agata, stremata dalla ricerca ossessiva di briciole d'amore, lascia il lavoro da ginecologa che l'appassionava tanto e anche il suo corpo si ammala. Dal fondo però Agata risalirà con fatica perchè la voglia di prendere la vita “a muzzicuni” è più forte di qualunque amore sbagliato. Questo romanzo è un viaggio interiore alla ricerca delle proprie origini che saranno utili per affrontare le difficoltà della vita. Agata, alla fine del libro dice: “ Non posso fare a meno di sorridere di gioia...la forza di nonna Agata, delle bisnonne Luisa e Assunta, persino quella misteriosa della nonna Margherita è dentro di me ed emerge tutte le volte che ne ho bisogno. Sono capace di scegliere, di affrontare i problemi, di trovare soluzioni. Ma non si tratta di un superpotere esclusivamente mio , è piuttosto una speciale resistenza di cui sono dotate le donne anche se qualche volta non ne sono consapevoli. Sono loro che possiedono il segreto della vita che tessono pazientemente giorno dopo giorno la storia delle loro famiglie e poi le raccontano agli altri perchè ne facciano tesoro”. Anche io da da piccola e non solo da bambina... insomma fino a quando mi è stata data la possibilità, ascoltavo volentieri i racconti delle mie nonne, di mia madre, delle mie zie, delle mie prozie e ora che non ci sono più, le ringrazio profondamente per avermi donato una grande ricchezza perchè nei momenti difficili, sono proprio quei racconti delle donne delle mia famiglia che, tornandomi alla mente, mi danno la forza di reagire. E voi avete ascoltato i racconti delle minne delle donne della vostra famiglia? E se non lo avete ancora fatto,cosa aspettate? Questo è il momento giusto per leggere, da un'altra prospettiva, quei racconti familiari che hanno in qualche modo condizionato le vostre scelte di vita. Allora buona lettura! Insieme a me nella foto c'è anche Remì che ci fa compagnia.



  Dott.ssa Mariacandida Mazzilli








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