Psicologia
Donna

SENTIRSI SOLI NELLA RELAZIONE CON IL NARCISISTA


Mi sono innamorata della sua simpatia, nel gruppo della palestra è quello che fa battute, fa ridere tutti e poi tutti lo ascoltano, si fa spesso quello che decide lui. Ha un modo particolare di guardarti, ti fissa senza mai far cadere lo sguardo, sembra entrarti dentro. Riesce a comprendere ogni tua sfumatura, ogni tua fragilità. Quante attenzioni all'inizio della nostra relazione! Al primo appuntamento mi porta al cimitero inglese, di notte, un'atmosfera surreale, abbiamo fatto un picnic sull'erba con le candele e le coperte per terra. Che cosa originale! Lui è veramente speciale e io mi sento speciale quando sto con lui, mi esplode l'entusiasmo. Poi siamo andati a convivere. Cucina sempre lui, mi fa trovare la colazione pronta, paga una donna delle pulizie per non farmi stancare. Dopo qualche mese comincio a vederlo strano, torna sempre tardi dal lavoro, a volte si ferma a dormire dalla madre vedova che si sente sola. Lo sento distante, un po' freddo e tutte le volte che gli chiedo spiegazioni e che provo ad abbracciarlo, ad avvicinarmi a lui, si innervosisce e non mi parla per giorni. Questo suo silenzio mi fa male, mi disorienta, non so che fare, cosa dire, non capisco. Quando sono io a cucinare, trova sempre dei difetti alle pietanze che preparo, quando è stanco e arrabbiato non si fa problemi a buttare nella pattumiera l'intero piatto. Mi ha detto che sono ingrassata, non gli piace il mio rossetto, è un rosso troppo intenso e mi invecchia oltre che rendermi cafona e volgare. Al lavoro ho avuto una promozione per l'esito positivo di un nuovo progetto. “Non sei felice per me?” “Ma sai quanti premi ricevo io per lavoro e non faccio tutto sto casino che fai tu?” Gli ho detto che desidero un figlio, mi piacerebbe costruire una famiglia con lui. Ora non è il momento, c'è la mamma vedova che sta sola, il lavoro lo stressa troppo, ha bisogno di avere i suoi spazi, si sente soffocare. Poi mi dice che desidera anche lui mettere su famiglia e che io sono la donna della sua vita. Rimango incinta. Dal ginecologo vado sempre da sola, lui è costantemente in ritardo, c'è traffico sulla tangenziale, una riunione importante al lavoro. Non facciamo più l'amore perchè dice che con la pancia sono sgradevole, se ne va a dormire sul divano. Quando ho mal di schiena o quando mi vengono le paure per il parto, lo cerco al telefono, ho bisogno di essere rassicurata ma c'è sempre la segreteria. La culla, le tutine, il passeggino li ho comprati io, li ho sistemati nella camera matrimoniale dove dormo da sola, lui se ne sta sempre sul divano nel soggiorno. Decide di non assistere al parto, dice di essere troppo sensibile per affrontare un'esperienza così intensa. Organizza una crociera con il gruppo della palestra dopo una settimana dalla nascita di nostra figlia. Dice che ha bisogno di spazio, di cambiare aria, è troppo stanco. Al ritorno porta un peluche alla bambina e una collanina di corallo per me. Dice che gli siamo mancate e che siamo le donne della sua vita. Mi sento tanto confusa, non so spiegare bene cosa ho dentro, non dormo da settimane, sono stanca, mi guardo allo specchio e mi vedo brutta, appesantita. Lui mi manca quando non c'è ma quando c'è non posso dire, con sincerità, di stare bene. In palestra non ci vado più, mi vergogno perchè ho messo su un po' di peso dopo la gravidanza. Con le mie amiche esco poco, lui non c'è mai allora non so a chi lasciare la bimba. Gli ho detto che vorrei andare per qualche tempo a casa di mia sorella con la bambina, ho bisogno di stare con qualcuno che mi voglia bene perchè lo sento distante. All'improvviso si prende dei giorni di ferie per stare con me e la bimba. Cinque giorni sono troppo pochi per aggiustare un rapporto che fa acqua da tutte le parti ma gli credo, ci spero che possano cambiare un po' le cose tra noi. Cinque giorni sono troppi perchè lui possa stare serenamente con me e la bimba senza offendermi e aggredirmi. Non ha mai preso in braccio la bimba, non le ha mai cambiato un pannolino. Trovo dei messaggi di una sua collega nel suo telefonino, lui nega di avere un rapporto con questa donna. Rimane a dormire fuori anche questo fine settimana, io ho mal di stomaco, non mi sento molto bene. Abbraccio forte forte la bimba, che gioia quando la guardo sorridere. Faccio le valigie, chiamo mia sorella e andiamo via io e mia figlia. Questa non è più la nostra vita!.



  Dott.ssa Mariacandida Mazzilli








Un quadro di Hugues Merle.





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Dott.ssa Mariacandida Mazzilli