Psicologia
Donna

SEPARARSI: QUANDO LA SCELTA DIVENTA NECESSARIA


Stare insieme, conoscersi da tanto, condividere una casa, un letto, dei figli, un cane, la spesa, le bollette, non tutela la coppia da eventuali crisi, malumori, stanchezza. Può succedere, ad un certo punto, di sentire un profondo senso di solitudine, un malessere generale che non produce più serenità con il partner. Difficilmente si riesce a sintonizzarsi e a concludere una conversazione senza astio, si fa fatica a comprendere le ragioni dell'altro e ci si sente scollati dal suo modo di interpretare ciò che accade intorno. Colui che era il punto di riferimento, la persona più cara ed importante, appare improvvisamente diverso, ci si convince che non era proprio come ci si aspettava che fosse. Incomprensioni, frustrazioni, il desiderio di stare un po' da soli, di uscire senza l'altro, di ritagliarsi degli spazi dove il partner non può entrare, si alternano alla paura di non farcela senza il compagno/a della vita. Il pensiero di dire basta è un tormento sottile, una sorta di "incubo da svegli". Ci si chiede se sia solo un momento difficile, se presto si supereranno tutti i conflitti o se magari non sia più possibile portare avanti un progetto comune e si può voltare pagina e ricominciare da soli. Dare una risposta netta a questi interrogativi è complicato, sarebbe importante seguire una pista più profonda, magari anche più lenta però che garantisca una lettura più intima di se stessi, un guardarsi dentro senza raggirare il vero sentire. Confrontandosi con un amico caro, nei casi di maggiore malessere, consultando uno psicoterapeuta, a volte organizzando una vacanza da soli o semplicemente allontanandosi dalla solita routine della coppia, si potrebbe favorire un dialogo con se stessi e acquisire maggiore consapevolezza rispetto a quello che sta accadendo. In realtà però, nessuno intorno ha la capacità di comprendere fino in fondo cosa stia realmente succedendo nella mente e nel cuore di chi sta soffrendo per una confusione amorosa, pur immischiandosi con le migliori intenzioni, si rischia di invadere uno spazio delicato avvalendosi, in maniera sbagliata, di giudizi, interpretazioni, sentenze, prendendo le parti di uno dei due, proiettando la propria esperienza. Ogni storia d'amore è a sé, nessuna può essere uguale ad un'altra proprio perché diversi sono i protagonisti della coppia. Prima di ogni decisione drastica e definitiva occorre indagare a fondo e con onestà i motivi dello scontento della coppia, in certe situazioni è proprio quell'intimità profonda, quel senso di totale appartenenza, il condividere tutto, la certezza di una persona sulla quale contare che, scemando, lasciano un intenso dolore, una delusione, un disincanto. Così prende il sopravvento la tentazione forte di strappare tutto quello che c'è stato, non recuperando più niente. Ma quanto si è pronti ad accettare l'evoluzione del rapporto? a tollerare l'idea che l'altro non sia perfetto, che evolva anche lui, come noi, nel tempo? Certo che, se la curiosità per la persona che siamo convinti di amare svanisce, se i momenti di incontro si riducono vertiginosamente, se non si litiga più, se non ci si confronta più, si potrebbe pensare che ognuno stia coltivando (e chissà da quanto tempo) la propria individualità e sia arrivato proprio il momento di chiudere la pagina in comune. Tutti sanno che, quando la passione sfuma, quello che rimane nella vita a due sono i doveri, gli obblighi verso l'altro e l'amore, se non ha basi profonde, diventa routine, noia, abitudine. C'è chi è portato a pensare che una relazione sia comunque meglio di niente e sopporta la situazione dolorosa aggrappato all'idea che bisogna far funzionare il rapporto a tutti i costi altrimenti si rimane soli per sempre. Un campanello d'allarme che potrebbe preannunciare il momento di dirsi addio è quando si immagina, troppo spesso, la propria vita senza l'altro addirittura con una sensazione di sollievo. Per qualcuno questa potrebbe rappresentare un'occasione anche per capire che stare da solo, magari accompagnato solo saltuariamente da partner occasionali, sia la situazione ideale per sé. Non sempre la fine di un rapporto è accompagnata da storie parallele, da infedeltà via-di-fuga, anche se può sembrare difficile accettarlo, sarebbe più naturale cominciare a rendersi conto che le due personalità abbiano preso strade diverse, abbiano avuto, nel tempo, un'evoluzione differente. Può succedere che la donna, prima molto dipendente dal compagno, acquisti maggiore sicurezza trovando un lavoro, allora, sarà in grado lui di accettare le richieste di maggiore libertà di lei?… anche la maternità mescola letteralmente le carte nel gioco della coppia…la donna si sente trasformata nel corpo, si vede grassa e meno sensuale, si piace meno, è stanca, potrebbe scivolare in sensazioni di inadeguatezza e sconforto se lui non le sta vicino o se comincia a guardare le altre donne trascurandola e svilendola. E se lui perde il lavoro? Sarà in grado la compagna di sostenerlo e di creare fiducia e affetto facendolo sentire comunque importante anche se la crisi personale di lui lo sottopone a frustrazioni forti? Quanti errori si commettono in una relazione d'amore, quante disattenzioni, quante volte, senza accorgersi, si dà per scontata la persona che ci sta accanto e ci si accorge del suo valore solo quando ormai è troppo tardi. Se c'è un autentico sentimento, vale la pena, in situazioni di crisi, fare di tutto per affrontare la fase difficile insieme e cercare di ricucire lì dove si sono creati dei brutti tagli. Se la barca invece ormai è alla deriva e non è più possibile recuperare allora bisogna lasciarla andare e sfruttare il momento di dolore per comprendere i propri sbagli e le proprie mancanze. Solo chiudendo fino in fondo un rapporto si può, con il tempo, ritrovare fiducia e forza per costruirne uno nuovo magari completamente diverso dal precedente.



  Dott.ssa Mariacandida Mazzilli








Un quadro di Lawrence Alma Tadema.





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Dott.ssa Mariacandida Mazzilli