Psicologia
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TRADIRE  


Tutti siamo esposti all'imprevedibilità che la vita ci propone. Con il tempo possono cambiare i nostri modi di pensare, i nostri desideri e obiettivi. La nostra identità può subire profonde metamorfosi. Siamo in balìa degli eventi e degli incontri. E' facile dunque distrarsi ed essere attratti dal nuovo. Chi è che non si è mai lasciato coinvolgere da passioni o anche solo da fantasie al di fuori della coppia pur continuando ad amare il partner? Chi sceglie consapevolmente di essere fedele, non è certo impermeabile all'attrazione verso qualcun altro. Ma preferisce proteggere il “noi” della relazione all'interno della quale ancora si riconosce e sente di farne parte malgrado le crisi e le problematiche tipiche di ogni rapporto d'amore. Assecondare un capriccio momentaneo potrebbe rovinare qualcosa che di bello si è costruito fino a quel momento. Chi invece si impone, in maniera non autentica ma forzata, un totale controllo sui propri desideri finisce per scivolare in un assai bizzarro distacco emotivo dove la vita potrebbe impoverirsi poichè nutrita solo da sensi del dovere e da costrizioni. Tradire è un evento sconvolgente, minaccia la fiducia reciproca, è un venir meno a quel patto che si era stipulato all'inizio della fase dell' innamoramento. Chi viene tradito rimprovera all'altro di muoversi da solo trasgredendo l'unione totale iniziale, fusionale. In realtà è proprio quell'eccesso di vicinanza, quel voler ostinarsi a fare tutto insieme al partner, quella esasperata e innaturale ricerca della fusione assoluta con l'altro a mettere in pericolo il legame. Quando ci sentiamo soffocati avvertiamo l'esigenza di rompere le catene che ci opprimono per ritrovare un senso di vitalità. E il tradimento potrebbe essere un modo per riconquistare quella libertà perduta. In alcune coppie l'amore finisce, in altre non c'è mai stato. In entrambi i casi si sente il desiderio di ritrovare se stessi e si tradisce proprio perchè si sta vivendo un profondo cambiamento interiore, una sorta di rinascita. In fin dei conti il tradimento può essere attivato da molteplici motivazioni, in tutte però si ha la percezione, più o meno consapevole, di una mancanza. Quando quel senso di insoddisfazione è cronico, cioè esiste sempre e comunque, anche quando si tocca l'apice dell'innamoramento del partner, vuol dire che abita in quella persona una profonda incapacità di amare dove l'altro è percepito come oggetto che viene utilizzato per poi essere scartato quando non serve più. Infatti il traditore seriale ha bisogno di verificare la propria efficienza sessuale e, avere più partner lo rassicura sulla sua virilità. Il più delle volte si tratta di persone insicure alla ricerca continua di rassicurazione e conferme sulle proprie capacità. Anche se può a volte subentrare un senso di noia e di stanchezza, ha bisogno di rispettare questo copione. Ci sono persone che amano molto il partner ma sono inconsciamente spaventate dall'intensità del legame: il tradimento garantisce loro la distanza di sicurezza da un sentimento che temono possa renderli dipendenti, succubi della persona amata. Ci sono partner “problematici”, personalità tossiche che hanno atteggiamenti che possono creare frustrazione e mal di vivere alla persona amata. Quelle altalene emotive, scatti d'ira, silenzi, prepotenza, mancanza di comprensione, di fiducia, gelosia immotivata, egoismi etc possono logorare anche l'amore più solido. Incontrare una persona più comprensiva, empatica, accogliente, può aprire le porte a delle sensazioni ed emozioni di benessere che mai si era sperimentato prima. Non sempre però si rimane legati all'amante affettuoso perchè è molto complicato separarsi dal partner tossico. Chi è abituato a tollerare dinamiche relazionali caratterizzate dalla mancanza di rispetto, dal dolore, dal timore dell'altro, dalla rinuncia di sé, dalla frustrazione fa molta fatica a sganciarsi. Tradire in questo caso ha il sapore di una gratificazione narcisistica dove si preferisce vendicarsi colpendo l'altro dal quale però non si ha il coraggio di rendersi indipendenti. Per creare una nuovo rapporto c'è bisogno di un grandissimo cambiamento della percezione di sé e dell'altro. Evolversi vuol dire attraversare il dolore, fare fatica anche se si è travolti dalla angoscia ed è per questo motivo che molti decidono di rimanere nella relazione malata. Non si vuole certo fare l'elogio dell'infedeltà, ma piuttosto spingere a riconsiderare cosa significa, per ognuno di noi, essere fedeli o infedeli a "se stessi. Nel "patto" alla base di ogni rapporti di coppia, il concetto di fedeltà dovrebbe essere strettamente legato a quello di "libertà": chi rimane in una coppia in maniera forzata sicuramente tradisce se stesso. Quel patto va rinnovato di continuo durante le fasi della vita, per valutare quali comportamenti debbono essere considerati, di volta in volta, "tradimento" e quali no. Se l'infedeltà fosse casuale, episodica, potrebbe rivelarsi anche un elemento, in qualche modo, costruttivo, aiutando a focalizzare aspetti della coppia che non funzionano più. Se invece diventasse la regola, il meccanismo diventerebbe con tutta probabilità controproducente per il benessere della vita a due. Il tradimento può essere vissuto come una profonda ferita nella propria autostima, determinando reazioni di tipo depressivo. Ma fingere che non sia successo niente è un modo immaturo di affrontare la sofferenza. Il tradimento scoperchia problematiche che altrimenti non sarebbero venute fuori e può essere utile per rinnovare un progetto di coppia che vada oltre la sola intesa sessuale. E' un percorso difficilissimo: il raggiungimento della meta dipende da quanto i rispettivi partner desiderino mettersi in discussione e soprattutto dalla capacità di entrambi di elaborare anche il negativo che c'è in un rapporto. Per affrontare la crisi ci vogliono complicità, intimità, condivisione. Se non ci si rimbocca entrambi le maniche per ricominciare è inutile andare avanti, in questo caso è necessario cercare di capire profondamente se si tiene veramente all'altro. Stare in coppia è una scommessa affascinante, è una messa in discussione della propria personalità che può maturare e arricchirsi se si permette all'altro di aprirsi e se si accoglie la sua diversità per scoprire insieme l'eccitazione del cambiamento.

  Dott.ssa Mariacandida Mazzilli.



  Un quadro di Vittorio Corcos








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Dott.ssa Mariacandida Mazzilli