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“LA CREATIVITA’: VIETATO RUBARE I SOGNI"  


Il mio primo incontro con il processo creativo l'ho avuto da bambina mentre guardavo i miei genitori dedicarsi a ciò che più li appassionava. Ricordo mia madre davanti ad una tela bianca, i colori ad olio... dipingeva il mare. Il mare in tempesta, il mare con le sue profondità, le onde violente che si spaccavano sulle rocce, quel mare pennellato le faceva compagnia nei momenti più tristi, quel mare tutto suo, creato per se stessa dal niente, da una semplice tela bianca su un cavalletto di legno. Mio padre era solito sistemare sul tavolo della cucina legnetti, colla, carta, cartoncini, colori, corde, fili elettrici inutilizzabili, tutto quello che trovava in casa e da quegli oggetti senza vita, da quel nulla riusciva a costruire casette per il presepe di Natale, ruscelli, locomotive, torri e tanto altro. E' proprio in virtù dei miei genitori che ho capito cosa sia il processo creativo. Noi generiamo, creiamo dal vuoto, dal nulla, da ciò che non è ancora rappresentato, che non ha immagine, non ha suono, non ha parola. Per creare si ha bisogno della libertà di muoversi intorno a quello che non esiste ancora, il pensiero creativo nasce proprio dal rapporto intimo che noi possiamo instaurare con la mancanza. C'è una tela bianca e poi ecco il mare, ci sono dei legnetti e la colla e poi ecco una casetta per il presepe. Per creare si ha bisogno di allontanare le regole, la rigidità delle regole che riconducono sempre a ciò che già esiste, a ciò che ha già una forma ben definita. La regola impedisce la creatività. Ognuno di noi dovrebbe chiedersi: ho fatto fruttare i miei talenti, le mie risorse, la mia inclinazione? Oppure ho avuto paura e ho scelto di soffocare la mia creatività? Tutti siamo potenzialmente creativi ma non tutti riusciamo a sviluppare la nostra creatività più autentica. Chi è troppo occupato a farsi amare, a risultare amabile, chi desidera il centro dell'attenzione ed è affamato di popolarità e consenso non è in grado di essere creativo. Chi non sa concentrarsi su di sé, stupirsi, lasciarsi andare al proprio sguardo interiore ma è sempre attento allo sguardo dell'altro non sa cosa sia il pensiero creativo. Queste persone per dare forma alla loro identità precaria hanno bisogno di imitare, copiare, ispirarsi a qualcosa che qualcun altro ha creato prima di loro e impossessarsi di quell'idea, di quel progetto che mai sarebbero stati in grado di generare autonomamente. Nel mio percorso professionale ho avuto la fortuna di incontrare persone dotate di una squisita attitudine alla creatività e con loro è stato possibile realizzare progetti appassionanti e interessanti, li ricordo con affetto e gratitudine. Purtroppo ultimamente ho incontrato individui di una pochezza disarmante, esseri egoriferiti, narcisisti, si muovono trascinando quella andatura sgraziata, metallica, tipica di chi crede di essere superiore agli altri. Hanno rubato e scimmiottato il mio progetto Teatro e Psicoanalisi, si sono appropriati di quel mio sogno che va avanti da tanti anni, all'interno del quale ci sono studi, una preparazione profonda, sacrifici. Ovviamente non hanno chiamato il loro progetto: Seminario Teatro e Psicoanalisi, hanno cambiato il nome solo per camuffarlo ma in fin dei conti il tutto si svolge con la stessa dinamica. Si, lo so...lo so...tutto sommato non è lo stesso progetto, non potrà mai essere come lo realizziamo io, Chiara e Fulvio e allora? E allora è vietato rubare i sogni! Il pensiero creativo è uno strumento che aiuta a superare un conflitto psichico tra ciò che è profondamente dentro di noi, le nostre paure, i nostri desideri e la realtà. E' l'obiettivo profondo dei nostri incontri Teatro e Psicoanalisi dove la mia creatività, quella di Fulvio e quella di Chiara si incontra con la creatività del pubblico presente, prende forma e si fa espressione dell'interiorità di ognuno diventando proiezione autentica di ciò che noi siamo veramente. Allora chi copia, chi imita non è un vero artista, è solo un misero artigiano che usa i suoi poveri strumenti del mestiere per saziare il proprio bisogno di notorietà.

  Dott.ssa Mariacandida Mazzilli



  Un quadro di Vittorio Matteo Corcos.








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Dott.ssa Mariacandida Mazzilli