Le donne che amano i narcisi


Sono una psicoterapeuta ad indirizzo psicodinamico e, come tutti coloro che fanno il mio mestiere,
trascorro gran parte delle mie giornate ad ascoltare i tormenti e i dolori delle vite degli altri: attacchi
di panico, isolamento, depressioni, ossessioni, separazioni, gelosie, angosce di abbandono etc.
Da un po' di tempo ho constatato che le storie che si mettono in scena più di frequente sono quelle di donne
con il cuore infranto, annientate all'interno di relazioni sbagliate, donne umiliate e nello stesso tempo
dipendenti da uomini fuori dal comune, divertenti, affascinanti, abili manipolatori: i narcisi.
Non è facile individuare un narciso anche perché veste maschere differenti a seconda della donna con le
quale ha a che fare.
Generalmente riesce ad essere cortese, disponibile ed educato in pubblico ma poco empatico, freddo,
anaffettivo nell'intimità.
Sono uomini caratterizzati da una insofferenza profonda, da un senso di vuoto che non restituisce loro la
capacità di affrontare la vita da soli ma per farlo hanno bisogno di succhiare le energie a quelle
malcapitate che hanno la sventura di incontrarli.
Infatti la donna-tipo del narciso deve avere necessariamente una dose di vigore e vitalità inesauribile da
poter essere assorbita illimitatamente. Di indole buona e generosa, molto ingenua, la donna attratta dal
narciso è estremamente bisognosa di amore, tiene in grande considerazione la relazione di coppia, anzi
spesso la vita relazionale viene ad essere l'unico obiettivo fondamentale a tutte le età.
Materna e accudente, passa le sue giornate a prendersi cura del partner e per questo si sente necessaria
e importante. Spesso si entra addirittura nel ruolo di "salvatrici" all’interno del quale si anima un
profondo desiderio di riaccendere la gioia di vivere in quest'uomo che si mostra spesso angosciato,
affaticato, disorientato.
L'incastro-incantesimo si annoda proprio in questo punto: il bisogno vitale del narciso di avere sempre
lo sguardo innamorato della donna su di sé per esistere e la necessità della donna di "dare la vita".
Avvicinare un uomo narciso così distante e scivoloso costringe queste donne a ricontattarsi con quel
dolore antico legato all’impossibilità di raggiungere il proprio padre che non le ha mai amate abbastanza.
C'è da dire che bisogna avere anche una grande dose di "idealismo" nel voler a tutti i costi trattenersi
in un rapporto tormentato e deludente e non provare a mettersi al riparo!
Solo quelle che si vogliono veramente bene si adopereranno per distaccarsi da una relazione così tormentata.
Ma la donna del narciso in genere è estremamente idealista, vive di illusioni!.
Fa di tutto per tornare all'intensità dell'inizio del rapporto e non si da pace poiché questo non succede.
Per il bisogno di essere riconosciuta, subisce l'ambivalenza del partner e si annienta pur di procurarsi
questo riconoscimento. Il compagno diventa onnipotente, grandioso e nello stesso tempo negativo,
in definitiva delega a lui tutto il potere della propria esistenza, della propria felicità e soprattutto
della propria capacità di esprimersi nel mondo. Vive il rapporto a due aspettandosi costantemente una
delusione, un tradimento, un abbandono (situazioni queste già in atto da tempo nel gioco relazionale)
celandosi dietro meccanismi inconsapevoli che la rende totalmente cieca di fronte al sadismo e ai continui
rifiuti del narciso. Durante le sedute di psicoterapia risuonano frasi monotone, noiose, tutte dello stesso
colore come:" sono insoddisfatta del rapporto"…"sono trasparente"…"lui pensa a se stesso e basta"…"vorrei
che mi desse di più"… " lui non sa comunicare i sentimenti, fa solo cose pratiche" etc etc etc.
Emozioni dolorose, certo, che somigliano però più a sfoghi ripetitivi e che non portano da nessuna parte
se non sulla strada diretta verso la depressione più profonda.
Mentre lei si perde dietro espressioni monocorde, lui, il manipolatore affettivo, la intrappola nella rete
della dipendenza con parole tutt'altro che stantie. Cerca di preservare il potere su di lei tradendo,
mentendo e umiliando. Assai seduttivo all'inizio del rapporto, in seguito, abilmente, prediligerà una
comunicazione disumanizzante dove le emozioni e i sentimenti non trovano nessun valore, ignorando ben
presto la condivisione e l'empatia. Un saluto non ricambiato, una mancata risposta ad un messaggio telefonico
o un silenzio prolungato (proprio lì dove si ha necessariamente bisogno di risposte) sono tutti attacchi
e micro attentati alla dignità della donna innamorata la quale, pur rendendosi conto dell'impossibilità
di costruire una reciprocità di stati d'animo, coltiva ancora di più in se stessa il desiderio di ottenerla.
Alcune, preoccupate di non essere desiderabili, sopportano qualsiasi cosa pur di non perdere la relazione,
altre temendo la solitudine si sottomettono al partner affidandogli completamente la responsabilità della
cura di se stesse. Colei che ha paura quindi si predispone ad essere insicura, ed è proprio nella mancanza
di certezze che il narciso trova terreno fertile per entrare e avvalersi dei suoi meccanismi abusanti e di
potere sull'altro. Ma anche colei che indossa costantemente sensi di colpa organizza la sua personalità per
essere accondiscendente e sottomessa al partner narciso il quale vive nell'idealizzazione della propria
importanza e nella ricerca continua di ammirazione, credendo che tutto gli sia dovuto. Passionale, romantico,

devoto, il narciso individua i punti deboli e i vuoti affettivi della preda per poi colmarli e rendersi
indispensabile ai suoi occhi, in brevissimo tempo il controllo sulla partner e la dipendenza diventano
le colonne portanti della danza relazionale.
In qualche modo la dipendenza affettiva offre alla donna del narciso una sorta di riparo e di sicurezza
infatti in questo tipo di rapporto si diviene fusi, l'uno nell'altra, unici, insostituibili, un incantesimo
irrinunciabile a qualsiasi prezzo. Ma come può fare la donna del narciso a liberarsi da questa trappola
relazionale? Credo che, prima di tutto, la cosa migliore sia attribuirsi in prima persona la responsabilità
del rapporto piuttosto che puntare sempre il dito sull'altro perdendo del tempo prezioso ad esaltarne gli
aspetti negativi e a sottolineare quanto poco amore abbia da donare. Altro punto sul quale riflettere è
prendere consapevolezza della dinamica morbosa del rapporto, aprire bene gli occhi e cercare di smascherare
la vera identità di colui al quale si è legate. Basta idealizzazioni sia nel bene che nel male, a volte
rimanere ben salde nella realtà aiuta ad ascoltare veramente se stesse. Quanto è bello vedere una donna
tirare fuori le proprie energie, costruire, se pur faticosamente, spazi di autonomia personale dove
ritrovarsi e finalmente conoscersi senza avvalersi unicamente di quell'ingannevole protezione offerta
dal narciso.

Dott.ssa Mariacandida Mazzilli
Psicologia
Donna
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli